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martedì 24 ottobre 2017

Effodeildin, 27ª giornata - Víkingur campione per differenza reti: beffa atroce per il KÍ!

Un finale thriller, non ci sono alttre parole. E quasi viene da piangere, perché è finita una delle edizioni dell'Effodeildin più belle che si ricordino. Le lacrime sono quelle di sollievo del Víkingur Gøta, vincitore senza trionfo nell'anno più difficile, quello della riconferma; sono lacrime di rammarico del KÍ Klaksvík, che al traguardo arriva secondo pur essendo alla pari coi primi; sono lacrime di gioia dello 07 Vestur, salvo miracolosamente nonostante il nono posto; e sono lacrime di disperazione del B68 Toftir, che non sale sul podio della 1. deild e manca clamorosamente il ritorno in massima serie. Ma sono anche le lacrime dell'ÍF Fuglafjørður più disastroso di sempre e dell'AB Argir che torna dalle tenebre dopo un solo anno.

Festa grande per il Víkingur Gøta, che vince il titolo con qualche fatica di troppo...


Víkingur Gøta - EB/Streymur 1-2 (vedi sintesi) (vedi video festa scudetto)
Marcatori: 17°, 74° Ari Olsen (EB), 28° Gert Hansen (VG)
Ammoniti: -
Spettatori: 600
A Norðragøta, tutto il giorno è stato giorno di festa. Nessuno credeva davvero che qualcosa potesse andare storto: la vittoria del titolo era solo da ufficializzare, ma di fatto era lì. Inoltre, l'EB/Streymur era un avversario troppo morbido sulla carta per temerlo davvero. Nessuno sospettava che il campionato si dovesse decidere sul filo del rasoio. E invece va proprio così, perché la squadra di Heðin Askham va sul campo della capolista a giocarsela apertamente, e con Ari Olsen sbanca il jackpot. Suoi i due gol: al 17° su contropiede e al 74° su calcio d'angolo. In mezzo, il gol al 28° di Gert Hansen che riapre i giochi ma soprattutto le parate strepitose di Elias Rasmussen, che evita agli ospiti di dilagare nella ripresa e di vincere soltanto per 2-1. Alla fine, c'è soddisfazione per tutti: l'EB/Streymur espugna il Sarpugerði, dove non vinceva dal lontano 2012; ma soprattutto per il Víkingur Gøta, che bissa il successo dell'anno scorso e vince il secondo campionato della sua storia! Lo vince, però, con molta più fatica rispetto all'anno scorso: le due sconfitte consecutive in questo finale di stagione hanno permesso al KÍ Klaksvík di recuperare e chiudere a pari punti con i nerazzurri. I 52 punti finali per entrambe le squadre sono testimoni del grandissimo equilibrio tra due compagini sostanzialmente alla pari. Per trovare un altro campionato in cui il titolo si assegnò per la differenza reti bisogna tornare indietro di 21 anni, al lontano 1996, quando l'Effodeildin era ancora chiamata 1. deild. Anche in quel caso, però, a farne le spese fu il povero KÍ Klaksvík, che chiuse a 39 punti (all'epoca si giocavano 18 partite) proprio come il GÍ Gøta, per ironia della sorte l'antenato del Víkingur. Ma al di là questi ricorsi storici, sorprende un dato: alla fine dei giochi i nerazzurri hanno un differenza reti di +29, contro il +24 degli azzurri. Senza voler andare troppo indietro, praticamente per i nuovi campioni è stata determinante la goleada a Fuglafjørður alla terzultima giornata, quando realizzarono proprio cinque reti, altrimenti avrebbero perso il titolo nel finale nonostante un calendario sulla carta più agevole. Ma ormai questo conta poco: la cosa più importante era riconfermarsi, e questo è stato fatto.

KÍ Klaksvík - NSÍ Runavík 3-1 (vedi sintesi)
Marcatori: 19° Albert Adu (KÍ), 43° Páll Klettskarð (KÍ), 62° Árni Frederiksberg (NSÍ), 69° Jóannes Bjartalíð (KÍ)
Ammoniti: 35° Betuel Hansen (NSÍ), 51° Karl Løkin (NSÍ), 63° Semir Hadzibulic (KÍ), 68° Pól Jóhannus Justinussen (NSÍ)
Spettatori: 800
In tutto questo scenario, non può non fare tenerezza il KÍ Klaksvík, che subisce una beffa ancora maggiore dell'anno scorso. Sulla partita in sé c'è poco da dire, perché l'NSÍ Runavík ci arriva scarico e, a dire il vero, senza alcuna intenzione di complicare la vita ai padroni di casa, nei confronti dei quali non è stata fatta alcuna dichiarazione bellicosa, contrariamente a quanto accadde per il Víkingur. E in effetti i gialloneri sono poca roba rispetto alla squadra effervescente che ha sconfitto i nuovi campioni faroesi: l'esempio perfetto è al 43° minuto, quando il portiere ospite rinvia la palla addosso a Páll Klettskarð, che così segna il suo secondo gol (il primo lo aveva segnato Albert Adu al 19°). Ora, non è nella cultura faroese sospettare e accusare gli altri senza prove certe, ma con il numero 9 azzurro proprio davanti agli occhi viene difficile pensare ad un errore. Peggio ancora fa il suo collega, che al 62° esce malissimo - o meglio, non esce proprio - su una punizione da centrocampo di Árni Frederiksberg che entra in porta senza che nessuno tocchi palla. Sette minuti dopo, però, Jóannes Bjartalíð chiude i conti con una bella iniziativa personale, per il definitivo 3-1 che non basta a firmare il sorpasso in vetta. Il KÍ arriva a pari punti col Víkingur, ma per soli cinque gol segnati in meno è costretto a ingoiare di nuovo il rospo. In realtà, la squadra azzurra non è del tutto esente da colpe: oltre a non aver vinto nemmeno uno scontro diretto, lo scudetto è andato a farsi benedire con quei tre 0-0 consecutivi con TB/FCS/Royn, HB e appunto Víkingur nelle ultime giornate: sarebbe bastato vincere una sola di queste tre gare, tra cui quella semplicissima con i neroverdi, e la storia sarebbe stata diversa. Nota amara anche per l'NSÍ Runavík: dopo quattro anni di seguito (2013, 2014, 2015 e 2016), il titolo di capocannoniere non appartiene più a Klæmint Olsen ma a Adeshina Lawal del Víkingur. Con 17 reti, è il capocannoniere meno prolifico da quando i campionati sono a 27 partite, ma anche il meno efficace dai tempi di Sonni Petersen dell'EB/Streymur, che nel 2004 vinse questa classifica con appena 13 gol, ma all'epoca i campionati erano solo a 18 partite. Curiosità: Lawal è il primo giocatore africano (precisamente nigeriano) e appena il quinto straniero della storia a vincere il titolo di capocannoniere del campionato faroese. Prima di lui, Jesper Wiemer (danese, 1986), Egill Steinþórsson (islandese, 1989), Amed Davy Sylla (francese, 2007) e Clayton Nascimento (brasiliano, 2012).

ÍF Fuglafjørður - 07 Vestur 1-5 (vedi sintesi) (vedi premiazione AB Argir)
Marcatori: 50° Søren Nielsen (V), 55° Pål Fjelde (V), 56° Dánjal á Lakjuni (ÍF), 72° Martin Tausen (V), 80°,86° rig. Holgar Durhuus (V)
Ammoniti: 25° Ken Fagerberg (V), 26° Jóannis á Steig (V), 32° Fritleif í Lambanum (ÍF), 66° Torstein Mýlingstind (V), 77° Martin Tausen (V)
Espulsi: 76° Ari Ellingsgaard (ÍF)
Spettatori: 100
L'altro fronte ancora aperto era quello della salvezza. Come noto, lo 07 Vestur era stato già condannato dalla matematica, quindi la partita sul campo dell'ÍF avrebbe potuto essere un semplice incontro tra le due retrocesse. Ma in 1. deild si è verificata l'ipotesi che avevamo paventato poco più di un mese fa: il B68 Toftir non è riuscito a risalire in classifica, e il quarto posto finale gli impedisce di essere promosso nonostante il 6-1 nell'ultima partita contro l'ÍF II. Infatti, essendo il secondo posto occupato matematicamente dal Víkingur II (e non potendo le seconde squadre essere promosse), l'ultima speranza sarebbe stata il terzo posto, come illustrammo sempre un mese fa nello stesso articolo. E il terzo posto, alla fine, se l'è aggiudicato il KÍ II, vincitore nell'ultimo match per 2-0 contro l'AB Argir, che a questo punto sarà l'unica neopromossa e che andrà a sostituire proprio la prima squadra dell'ÍF Fuglafjørður, a questo punto l'unica retrocessa. Insomma, alla fine dei conti lo 07 Vestur è salvo per meriti non suoi, ma nella casa dei biancorossi può festeggiare non solo la salvezza, ma anche una spumeggiante vittoria che matura interamente nella ripresa. Sono ben cinque i gol segnati, tra cui degno di nota è quello di Pål Fjelde al 55°, un accenno di tiro a giro dai limiti dell'area. Gli altri gol nascono da gravi errori difensivi di due squadre inadeguate alla massima serie (e questo la dice molto lunga), a cui bisogna aggiungere l'incomprensibile uscita a vuoto di Silas Eyðsteinsson che regala a Dánjal á Lakjuni il gol che ammaina la bandiera biancorossa su questo triste campionato.

HB Tórshavn - B36 Tórshavn 1-1 (vedi sintesi)
Marcatori: 33° Aleksandar Stankov (HB), 79° Høgni Eysturoy (B36)
Ammoniti: 3° Bjarni Petersen (B36), 36° Benjamin Heinesen (B36), 40° Tróndur Jensen (HB), 53° Sebastian Pingel (HB)
Spettatori: N/D
Le altre partite si giocavano giusto per l'onore, tra cui il derby tra la grande delusa e la grande illusa. I rossoneri che inanellano l'ennesima stagione anonima dopo l'ultima gloria risalente al 2013 contro i bianconeri che, dopo un avvio shock, erano arrivati nelle ultime gare a sperare nella vittoria finale. Un derby, insomma, che entrambe le squadre della capitale hanno vissuto con la consapevolezza che l'anno prossima può e deve essere migliore di questo. Comunque sia, in quest'ultima partita l'HB ha stradominato la prima frazione di gioco, raccogliendo molto meno di quanto seminato: al 45° l'unico gol segnato era quello di Aleksandar Stankov, abile nel controllo e nel mirare l'angolino più lontano da fuori area. Nella ripresa c'è più equilibrio e infatti alla fine il B36 trova il gol del pari a dieci minuti dal termine col colpo di testa di Høgni Eysturoy sul cross di Patrik Johannesen.

TB/FCS/Royn - Skála 0-2 (vedi sintesi)
Marcatori: 44°,80° Brian Jacobsen
Ammoniti: -
Spettatori: 350
Alla fine, chiude malissimo il TB/FCS/Royn. La squadra nata dalla fusione delle tre squadre dell'isola di Suðuroy, partita a razzo in campionato, si è poi persa nell'alto dei cieli del campionato. E dopo l'inizio sfavillante, vederla atterrare all'ottavo posto, appena un punto sopra al teoricamente retrocesso 07 Vestur... sì, sinceramente è una delusione. Certo, l'obiettivo era quello di arrivare almeno ottavi e così è stato, ma la fusione è stata fatta per provare ad arrivare più in alto. Vedremo l'anno prossimo se andrà meglio, ma per il momento c'è da registrare la sconfitta interna patita all'ultimo turno contro lo Skála. Sugli scudi c'è Brian Jacobsen, autore della doppietta decisiva ai fini del risultato.







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