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giovedì 15 dicembre 2016

Intervista ad Hallgrímur Jónasson: dalle radici di Húsavík al campionato danese

Hallgrímur Jónasson è nato a Húsavík nel 1986. Ha iniziato a giocare per il club della sua città natale, il Völsungur, tra le cui fila ha debuttato all'età di sedici anni. In Islanda, ha poi vestito le maglie del Þór Akureyri e del Keflavík.

Nel 2009 ha iniziato la sua carriera internazionale, quando si è trasferito al GAIS Göteborg, squadra del campionato svedese. Successivamente, nel 2011, si è trasferito in Danimarca, dove ha vestito le maglie di SønderjyskE e OB Odense. Attualmente milita tra le fila del Lyngby, nel massimo campionato danese.

Hallgrímur Jónasson con la Nazionale islandese (visir.is)
Hallgrímur ha collezionato, sin qui, quindici gettoni con la maglia della Nazionale islandese. Il suo debutto risale al 2008, in un match vinto per 3-0 contro le Isole Fær Øer. Ha segnato tre gol con la maglia del suo Paese, due dei quali realizzati nello stesso match, una gara persa 5-3 contro il Portogallo.

Noi di Calcio Islandese e Faroese l'abbiamo intervistato, e questo è ciò che ci ha raccontato a proposito della sua carriera da calciatore in giro per l'Europa:

Hallgrímur, tu vieni da Húsavík, una placida cittadina sulla costa settentrionale dell'Islanda. Hai iniziato lì con la maglia del Völsungur, e poi hai giocato in molti altri club. Quali sono i tuoi migliori ricordi delle squadre in cui hai giocato?
"Sicuramente con il Völsungur il mio ricordo più bello risale a quando diventammo campioni giovanili d'Islanda: avevo 14 anni e giocavo insieme ai miei migliori amici, vincere insieme a loro fu fantastico. Un'altra grande emozione fu vincere la coppa d'Islanda nel 2006, quando giocavo nel Keflavík. C'era anche un giocatore faroese in squadra, Símun Samuelsen, fu uno dei migliori quell'anno. Dopodiché sono diventato un calciatore professionista, e sono molto orgoglioso di aver vestito la fascia di capitano dell'OB Odense, nella massima divisione danese".

Qual è la differenza tra l'Hallgrímur che debuttava nel Völsungur nel 2002 e l'Hallgrímur di oggi che gioca in Danimarca?
"La differenza è che sono 14 anni più vecchio, ahah! Beh, sicuramente sono molto più esperto e ho imparato tantissime cose. Adesso mi alleno anche in modo diverso, a un livello più alto e gioco in un campionato abbastanza importante. Certo, come persona rimango lo stesso ragazzo di allora. So benissimo da dove vengo, e amo davvero tanto il posto che mi ha dato i natali e il mio Paese".

Húsavík è una bella località, famosa per l'avvistamento delle balene, e perché nelle vicinanze ci sono il lago Mývatn e la cascata Dettifoss. Torni ogni tanto a casa?
"Sì, provo a tornare lì almeno due volte all'anno. I miei genitori vivono lì, e anche alcuni dei miei amici. Seguo sempre la squadra della mia città e adoro quei posti!"

Ti sei trasferito nel Keflavík nel 2006, insieme a Kristján Guðmundsson. Quant'è stato importante questo passo nella tua carriera?
"Kristján mi ha dato la possibilità di giocare a un livello più alto, nel massimo campionato islandese, e gli sono grato per questo. Mi aveva visto giocare nel Þór, dove allenava. Mi ha sempre dato tanti buoni consigli, creammo un bel rapporto".

Nel 2009 sei andato all'estero per la prima volta, accettando l'offerta del GAIS Göteborg. Com'è stata la tua prima esperienza fuori dall'Islanda, e a Göteborg in generale?
"In realtà sono stato per qualche mese al NEC Nijmegen, in Olanda, quando avevo 18 anni. Quella al GAIS, però, è stata la prima volta in cui sono stato all'estero per un periodo più consistente. Göteborg è un bel posto, ho imparato molto stando al GAIS e giocando nell'Allsvenskan, il massimo campionato svedese. Io e la mia famiglia ci siamo trovati benissimo".

Al SønderjyskE hai collezionato quasi 100 presenze, sei soddisfatto di quanto hai fatto ad Haderslev?
"Sì, sono molto soddisfatto. Abbiamo ottenuto i migliori risultati nella storia del club a quel tempo, piazzandoci sesti in campionato e arrivando alle semifinali di coppa. Siamo rimasti in Superligaen per tutto il tempo della mia permanenza ad Haderslev e la gente era molto contenta. Anche il club è cresciuto molto il quel periodo, e anche adesso stanno facendo molto bene. Anche con la mia famiglia ci siamo trovati molto bene, abbiamo conosciuto tante ottime persone".

Hai giocato anche una stagione e mezzo all'OB Odense, dove hai condiviso questa esperienza con il tuo compagno di Nazionale, Ari Freyr Skúlason. Questo ti ha aiutato?
"Sì beh, è sempre più facile quando in una squadra trovi qualcuno che già conosci. Io e Ari siamo stati anche compagni di stanza in Nazionale per molti anni, quindi sì, mi ha aiutato molto".

Adesso sei al Lyngby. Quali sono i vostri obiettivi stagionali?
"L'obiettivo principale è la salvezza. Ma siamo anche consci di avere un'ottima squadra, possiamo anche sperare di finire tra le prime sei. In questo momento siamo quarti (ndr: questo al momento dell'intervista. Attualmente il Lyngby è quinto), quindi speriamo di continuare in questo modo!"


Hai totalizzato 15 presenze con la Nazionale islandese. Di cosa hai bisogno per tornare a far parte del giro? Ti vedremo a Russia 2018?
"Ho bisogno di continuare a far bene nel campionato danese. Ho fatto parte della Nazionale per tanti anni, ma troppo spesso sono rimasto in panchina! In questo momento sono concentrato solamente a dare il meglio, e spero che il nuovo ct mi osservi con attenzione. Esserci in Russia ai Mondiali? Non si può mai sapere..."



La Nazionale islandese sta facendo molto bene, ma i club stentano a passare anche solo il primo turno delle competizioni europee. Come si può spiegare? Secondo te i club islandesi come possono migliorare in competitività?
"La differenza è che i calciatori della Nazionale giocano tutti in campionati professionistici, all'estero. D'altro canto, il campionato islandese è soltanto semiprofessionista. Le squadre non hanno abbastanza soldi per comprare giocatori importanti, così si deve puntare soprattutto su giocatori locali, con pochi stranieri che di solito non sono abbastanza forti per giocare in leghe professionistiche. I club, in mancanza di soldi, dovrebbero far leva su altre caratteristiche, come l'aspetto mentale in campo e il lavoro in allenamento. Penso anche che le squadre islandesi possano migliorare molto dal punto di vista tattico, grazie al lavoro degli allenatori. E questo è un aspetto sul quale non serve investire chissà quali risorse economiche..."



Cosa fai nel tempo libero? Hai particolari hobby?
"Gran parte del mio tempo libero lo spendo con la mia famiglia, ho una moglie e tre figli. Quando sono in Islanda vado spesso a pesca e a caccia con mio padre e i miei fratelli".



Per concludere, quali sogni e quali speranze hai per il futuro?
"Il mio sogno è di tornare in Islanda con la mia famiglia e di dare ai miei figli un futuro nel nostro Paese, questo quando avrò smesso di giocare a calcio all'estero. Spero di vincere dei titoli con il mio club in Danimarca, e un giorno mi piacerebbe fare l'allenatore".

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